Il viaggio del Noi







Succede così quasi per caso, ma sai già che caso non è! Semmai si tratta di non essere tecnologici, e di avere il cellulare pieno, di non tentare di scaricarle, di cancellarle per paura di perderne una, per timore di lasciare andare quel momento insieme, oppure da solo, e allora li tieni tutti gelosamente conservati, ma come la metafora del bicchiere pieno, non puoi aggiungere momenti ai momenti, visioni alle visioni.

E così strada facendo, qualcosa durante il viaggio la perdi, ma io credo che si perde solo quello che abbiamo fuori, e mai quello che abbiamo dentro.                Ma in mancanza di un’immagine che non ho colto, come fare a spiegare a descrivere? Certo il dialogo che è alla base di tutto può e aiuta tanto, eppure a volte le parole non ci bastano, e ci sembra che qualcosa ci sfugga comunque, quindi come fare?

Una cosa che chiedo sempre a Velia, è di stare nel mio cuore, perché questo non mente mai, perché è la parte di Noi senziente, nuda, senza trucco e senza inganno come dicono alcuni maghi.

Con le parole puoi manifestare, oppure spiegare le foto “metafore”, come la solitudine “invisibile” dei lampioni, o dei fiori e rampicanti che apparentemente sembrano abbellirlo, ma che invece con questa loro vanità ne oscurano la luce. Oppure come il mare dietro un cancello o una grata metafora dell’ossessiva illusione di alcuni di possedere, di avere, di essere dei, e padroni, ma basta un metro più in qua o in la (eventi della vita) per capire che siamo troppo piccoli e ci sono cose troppo grandi da possedere fuori, del resto basta studiare la storia di antichi e moderni imperi.

Resta nel mio cuore quindi, perché qui ti trovi tu, perché qui ritrovi tutto, più che nella mente resta, resta nel mio cuore, nella mia vita, e se non so spiegare, se non so fotografare, tieni la mia mano nella tua, appoggia la mano sul cuore, e nulla andrà perduto, e se anche succederà, Noi non ci perderemo mai

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